Il meraviglioso ciclo di affreschi di San Pellegrino a Bominaco

A Bominaco, piccolo borgo in provincia dell’Aquila, a dominare la piana di Navelli e l’antico tratturo, c’è uno dei tesori più straordinari dell’arte pittorica medioevale. Un piccolo edificio di poco meno di 20 metri di lunghezza, largo circa 6 metri, con il soffitto ogivale, l’oratorio di San Pellegrino potrebbe far pensare ad uno scrigno di pietra, all’interno del quale si sviluppa un grandioso ciclo di affreschi che copre tutta la superficie interna. Dentro questo scrigno l’occhio viene travolto dai colori, dalle figure e dalla dimensione dello spazio, angusta e allo stesso tempo accogliente e comunicativa.

L’oratorio di San Pellegrino
Chissà se l’abate Teodino, allora al vertice della gerarchia del monastero benedettino di Bominaco, era consapevole di tramandare un così grande tesoro. Sta di fatto che nel 1263 viene edificato l’oratorio, in prossimità della chiesa di Santa Maria Assunta, ed oggi è ancora lì, perfettamente conservato e patrimonio della collettività. Contestualmente alla costruzione dell’edificio vengono realizzati anche gli affreschi, per i quali furono coinvolti almeno tre artisti anonimi, oggi conosciuti come il Maestro della Passione, il Maestro dell’Infanzia e il Maestro Miniaturista. Ognuno di loro ha tratti distintivi riconoscibili. Gli episodi rappresentati sono disposti su tre livelli (registri), in modo composito e articolato, spesso anche disordinato, tanto che la sequenza di un ciclo riprende sulla parete opposta, interrotta da altre pitture. Le figure fanno parte della tradizione bizantina, o meglio bizantineggiante, in quanto manca la ieraticità e la staticità delle figure, che già trovano nel movimento e nella rappresentazione di scene “del quotidiano” una dimensione più popolare, espressiva e didattica. Addirittura dalle trame decorative si ravvisano innesti locali come la sottoveste di Maria, nella Visitazione, che presenta un decoro a rombi, tipicamente abruzzese, sotto il “maphorion”, il manto caratteristico delle icone bizantine.
Particolarmente efficace è il ciclo del Maestro miniaturista, che con originalità ha dipinto un Calendario, con i segni zodiacali, le attività dell’uomo e le festività. Nelle rappresentazioni allegoriche Gennaio è un uomo che beve da un fiasco, Febbraio è la potatura degli alberi, Marzo un uomo che dorme, Aprile un uomo con due fiori nella mano, Maggio un uomo a cavallo, mentre Giugno è la raccolta di un frutto dall’albero.

Il Calendario del Maestro Miniaturista
Al Maestro dell’Infanzia sono invece attribuite le scene dell’Annunciazione, della Natività e della Strage degli innocenti, e altre scene tratte dall’infanzia di Cristo, che appaiono statiche, di gusto bizantino, tradite da effetti più narrativi e popolari in altre scene della Passione, come il Bacio di Giuda, dove il traditore viene volutamente messo in ombra dall’autore, in contrasto con la luminosità emanata dalla figura di Gesù.
Infine al terzo maestro sono attribuite le scene del giudizio universale, dipinto in episodi come La Pesa delle Anime e i Dannati Torturati dai Demoni, dove la drammaticità e la cupezza dei secoli bui arriva a toccare la sensibilità di chi osserva oggi gli affreschi.

I Demoni torturano i Dannati
Gli affreschi di Bominaco ci restituiscono oggi i toni, le atmosfere e i linguaggi di una società medioevale e rurale per lo più analfabeta, dove la superstizione e la religione dettavano i tempi, le regole e gli stili di vita. Una vita precaria, fatta di paura, di fame e soprusi, di insicurezza, dove le speranze erano riposte nella preghiera e nella devozione. Ecco che un ciclo di affreschi ci apre una finestra sul passato riuscendo a comunicare attraverso il tempo in modo straordinariamente efficace.
Domenica 12 Marzo andremo a visitare questi luoghi magici, con i panorami e gli agglomerati urbani fermi nel tempo, in un’escursione di 7 chilometri adatta a tutti.
Leggi il programma e prenota online o al 3283310602 (anche messaggio wapp).